La gestione delle emozioni nei colloqui di orientamento: una sfida cruciale per gli orientatori

Qual è la sfida più grande che affrontate attualmente nel vostro lavoro di orientatore? Questa domanda apparentemente semplice racchiude una molteplicità di risposte che riflettono le complessità di una professione in costante evoluzione. Tra queste, una delle sfide più importanti e spesso sottovalutate riguarda la gestione delle emozioni durante i colloqui di orientamento.

Ansia, frustrazione, speranza o paura: le emozioni dei nostri utenti non sono solo una parte inevitabile del percorso, ma rappresentano un aspetto fondamentale del nostro lavoro. Comprendere, accogliere e gestire queste emozioni può fare la differenza tra un colloquio sterile e un’interazione realmente trasformativa.


Perché le emozioni sono così importanti nei colloqui di orientamento?

Le emozioni non sono un elemento marginale, ma una chiave di lettura preziosa per comprendere il vissuto e il percorso dell’utente. Ecco alcuni motivi per cui dovremmo dedicarvi particolare attenzione:

  1. Riflettono il vissuto della persona
    Le emozioni sono spesso un indicatore diretto dello stato d’animo e delle esperienze dell’utente. Durante un colloquio, possono emergere aspetti fondamentali legati a difficoltà personali, insicurezze o ambizioni. Per l’orientatore, saper cogliere questi segnali è fondamentale per strutturare un percorso efficace.
  2. Influenzano il processo decisionale
    Le emozioni possono giocare un ruolo cruciale nel facilitare o ostacolare le decisioni. Ad esempio, un eccesso di ansia può portare a scelte impulsive o, al contrario, paralizzare il processo decisionale, rendendo difficile per l’utente prendere decisioni consapevoli.
  3. Creano un clima di fiducia
    Un ambiente sicuro e accogliente è essenziale per consentire agli utenti di esprimersi liberamente. Quando un orientatore riesce a mostrare empatia e accoglienza, costruisce una relazione di fiducia che diventa la base per un percorso di orientamento efficace e soddisfacente.

Le principali sfide nella gestione delle emozioni

Nonostante la loro importanza, le emozioni rappresentano anche una delle sfide più complesse per gli orientatori. Di seguito, alcune delle difficoltà più comuni che affrontiamo e che richiedono competenze specifiche:

  1. Riconoscere le emozioni
    Non sempre è facile identificare le emozioni che un utente sta provando. Alcune persone possono mascherare le proprie emozioni per timore di giudizio o per mancanza di consapevolezza. Sta all’orientatore decodificare segnali non verbali, toni di voce o esitazioni.
  2. Validare le emozioni
    Spesso, chi si rivolge a un orientatore ha bisogno di sentirsi compreso. Validare le emozioni significa far capire all’utente che ciò che prova è legittimo e che le sue sensazioni non sono sbagliate. Questo passaggio è cruciale per costruire fiducia e favorire l’apertura.
  3. Gestire le emozioni negative
    Emozioni come ansia, rabbia o frustrazione possono emergere in modo intenso durante i colloqui. È importante aiutare l’utente a elaborare questi stati emotivi, trasformandoli in occasioni di crescita. Ad esempio, un’ansia legata al futuro professionale può essere canalizzata in azioni concrete per aumentare la consapevolezza delle proprie competenze.
  4. Mantenere la neutralità
    Essere un orientatore significa mantenere una posizione di ascolto attivo e priva di giudizio, anche di fronte a emozioni difficili o situazioni personali complesse. Questo equilibrio richiede una grande capacità di autocontrollo e una solida preparazione professionale.

Condividiamo le nostre esperienze

La gestione delle emozioni nei colloqui di orientamento non è una competenza che si acquisisce una volta per tutte. Al contrario, si tratta di un processo continuo di apprendimento, riflessione e scambio. Per questo motivo, è fondamentale che gli orientatori condividano esperienze e strategie utili.

Alcune domande per stimolare il confronto:

  • Quali sono le emozioni più comuni che incontrate nei vostri utenti?
  • Quali tecniche utilizzate per creare un clima di fiducia e accoglienza?
  • Come aiutate i vostri utenti a gestire le emozioni negative?

Conclusione

Le emozioni sono una componente imprescindibile del nostro lavoro di orientatori. Saperle gestire non solo arricchisce il nostro ruolo professionale, ma offre ai nostri utenti gli strumenti per affrontare con maggiore consapevolezza le loro scelte. Condividere esperienze, riflettere sulle sfide e apprendere nuove tecniche ci consente di migliorare continuamente e di offrire un supporto sempre più efficace.

A cura di Lorenza Moscarella membro del Comitato Direttivo del Registro Nazionale Orientatori® promosso da L. Evangelista